Intervista pubblicata sul Resto Del Carlino Reggio Emilia il 20 novembre 2021
Massimo Gazza, come nasce la sua candidatura?
Nasce in un campo largo piuttosto trasversale. Non è improvvisa, ma è arrivata a seguito di relazioni che si sono instaurate, a un lavoro di largo respiro. Altrimenti non mi sarei reso disponibile. Mi sono sempre ispirato al concetto di unità praticata che porta in sé il concetto di unità nella chiarezza, altrimenti rischia di essere un protagonismo nell’ipocrisia.
Le dispiace non essere il candidato unico?
Ma no, ne prendo atto. Il Pd è maturo e al congresso sapremo comunque mantenere la barra dritta sull’unità. Non ritengo scandaloso un confronto. Anzi. I miei primi interlocutori, in questa campagna, saranno coloro che non si sono riconosciuti nella mia candidatura.
Le sue proposte?
Il nostro programma si basa su due direttrici: riconoscersi e riconnettersi. Serve generare relazioni positive sia interne sia esterne. I nostri avversari non sono nel Pd. Sarà fondamentale attivare i militanti e gli iscritti, arricchendo lo scambio e favorendo una partecipazione attiva delle nuove generazioni. Vogliamo portare un progetto politico che faccia tesoro degli insegnamenti della pandemia e che metta al centro bene comune e interesse pubblico.
Come espressione di un campo largo si prefissa di riportare dentro i fuoriusciti?
Il Pd deve essere il partito delle porte aperte, dell’accoglienza e della ri-accoglienza. Siamo la casa dei progressisti e dei riformisti. Vogliamo diventare una sorta di moderno hub per questo.
Che pensa del suo sfidante?
Intanto ci confrontiamo in casa perché siamo due juventini… Battute a parte, è un competente e bravo amministratore che rappresenta un’anima del partito. Perciò penso debba esserci arricchimento reciproco. Al di là dell’esito, dal 13 dicembre si marcerà insieme.
Grana FestaReggio, come si risolve?
Le feste sono un nostro momento centrale. Devono avere format nuovi, moderni e sostenibili. Una gestione con un impegno solidaristico da parte dei circoli come approvato in Assemblea è inevitabile, ignorare il problema non è possibile